Table Of ContentA. ~,IVIERI
P. IVIAN
CASA EDIT.R I E G. D'ANNA
ESSINA - FIRENZ
A. SIVIERI P. VIVIAN
GRAMMJ\.TICA GRECA
SECONDA EDI ZlONE
Ristampa
CASA EDITRICE G. D'ANNA
MESSINA • FIRENZE
Seconda edizione
corretta ed ampliata
PROPRIETÀ LETTERARIA
Stampato in Italia
Quando ci si accinge a scrivere una grammatica greca per i ginnasi,
due vie si presentano e possono essere percorse; l'una, quella piu facile,
avvia al puro apprendimento mnemonico dei singoli morfemi; l'altra tra
scura l'ȵ1mp(~ ed è maggiormente affidata alt' intelligenza degli alunni.
E ancora una volta, anche ,in questo campo, la mediocritas vuol essere
aurea, purché sia una mediocritas che non scenda mai a compromessi.
Per questo gli autori di questo testo hanno inteso, anche negli accor
gimenti tipografici, offrire distinte le forme quali lo studente ritrova negli
autori da quelle nozioni intese a dargli una conoscenza piu consapevole
della lingua, a cui egli ricorrerà qualora ne abbia la voglia e la possibilità
e che il docente potrà prender1i in considerazione, se l'opportunità, il livello
della classe, il tempo a disposizione glielo permetteranno.
Il lavoro si divide nelle tre parti tradizionali: fonetica, morfologia
e sintassi. La terza di esse ·non vuole e non può essere una trattazione
esauriente, ma solo un insieme di note chiare e indispensabili che possono
accompagnare l'alunno nei suoi studi liceali. Nella fonetica le prime tre
dici pagine contengono quella che di solito si ritiene una propedeutica
necessaria allo stitdio della morfologia, ma ogni docente può regolarsi
come gli suggerisce la sua esperienza, aiutato in questo dagli esaurienti
indici analitici, greco ed italiano, che agevolano non poco la ricerca
degli argomenti.
Il libro è frutto di una collaborazione piena e cordiale tra i due autori
che lo hanno citrato entrambi in ciascuna sita parte.
Il testo, in questa nuova edizione, è stato accuratamente riveduto,
corretto e, in alc,une parti, rifatto.
1 •.
PARTE PRIMA
I <;;.:T T '1 l'\.T T
v ~ '-" J..'I .I.
I. L'alfabeto
1. L'alfabeto • l greco si compone di 24 lettere principali: 7 vocali
e 17 consonanti.
N. LETTERA NOME PRONUNCIA ESEMPI
--
I « A alfa a &.ixCò aao rovino
2 (3 B beta b ~IX~IXL ba bai cospetto!
3 y r gamma g (dura) r&~ixi Gabai Gabe (città)
4 6 /). delta d M, ,x oç dacos morso
5 E: E épsilon e (chiusa) Eo;Cò eao lascio
z
6 ~ zeta z (dolce) ç&Cò zao vivo
7 YJ H eta e (aperta) ~~"f] ébe giovinezza
e
8 & theta th .&~piX théra caccia
9 L I iota i taÉix idéa apparenza
IO )( K cappa e (dura) xixaoç cados anfora
Il À A lambda 1 ÀIX~~ labé impugnatura
12 µ. M m1 m µixMCò madao mi sciolgo
13 V N- ni n vɵ.w némo divido
14 ; .::. csi ks, X ~Évoç xénos straniero
o
IS o omicron o (chiusa) ovoç 6nos asino
16 7'C n pi p 1toI voç p6nos fatica
17 p p rho r pCilµ"f] rh6me forza
18 a, e; E sigma s (aspra) O'IXXOçs acos scudo
19 't' T tau t TIXO'O'ùt)a sso ordino
20 u y ipsilon ii uapix hudra idra
2I <p 4> phi ph rptì-.oç philos amico
22 X X chi eh x_iptç charis grazia
23 '-" q, psi ps ~&w psao raschio
n
24 w omega o (aperta) <d ùpiX h6ra ora
1 Le parole contrassegnate da un asterisco• trovano nel dizionario alla
fine del testo un ampio riferimento, utile per una piu approfondita conoscenza
della lingua.
3
2, Pronuncia. È difficile stabilire come i Greci pronunciassero la
loro lingua. Quella che noi usiamo è una pronuncia •convenzionale sco
lastica, difesa da Erasmo da Rotterdam,• un umanista olandese del
XV-XVI secolo, la quale si differenzia sia dalla pronuncia dei Bizan
tini, sia da quella dei Greci moderni, ma certamente è la piu vicina
al modo di parlare dei Greci antichi.
Per restare alla pronuncia in uso nelle scuole si osservi::
y ha suono gutturale duro, anche se è seguito da E, 'YJ,L . Cos{
diremo: yévoc; (ghénos); y'ìjpo:c;( ghéras); ylyo:c; (ghigas).
y ha suono nasale-velare (dr. § 13) come in piango, quando pre
cede x, y, X, ~- Es. &yyeÀoc;( anghelos); criì..my,; (salpinx).
~ ha sempre il suono dolce della z italiana nella parola. «zona».
& si pronuncia generalmente come t seguito da aspirazione (th);
il che trova corrispondenza nella trascrizione latina di parole greche
con &. Es.: 0.:µtcr-roxXijc;, Themistocles, Tem.istocle. Accettabile la pro
nuncia di .& comi" t (mai come z).
il sigma• ha suono aspro come nell'italiano « sole ». Duplice ne
è poi la grafia; all'inizio e nel corpo della parola si usa la forma cr
(ai:;;µo:, corpo); in fine di parola la forma e; (&v&pc.mocu;,o mo), che si
può incontrare anche nei verbi composti: da-~o:lvw ed dc;-~o:·lvw,e ntro.
u si legge come l'il dei francesi o dei lombardi; tale pronuncia
si conserva anche nel dittongo uL (es.: ut6c;, figlio), mentre nei ditton
ghi (XU, Eu, 11u, wu l'ipsilon mantiene il suono della u italiana e, infine,
nel dittongo ou prevale il suono u e sì perde, come in francese,
quello o.
cp e X passano nella trascrizione latina a ph (q nì..6croq>ocp;h, ilo
soph us, filosofo) e a eh (xop6i:;, chorus, coro); noi pronunciamo qi come
una semplice f (con suono spirante anziché labiale-aspirato), e x come
la e aspirata dei fiorentini, o come il gruppo eh del tedesco.
3. Scrittura. Neppure la scrittura dei Greci era eguale alla no
stra; i Greci piu antichi usavano soltanto lettere maiuscole; l'uso delle
minuscole è di epoca piu tarda. Nello scrivere essi procedettero dap
prima da destra a sinistra, poi alternamente un rigo da destra e uno
da sinistra o, come si disse, ~oucr-rpoq:,'Y)86av , simiglianza cioè dei buoi
che arano un campo.
La scrittura era continua, senza separazione tra parola e parola
e priva di segni di interpunzione, che cominciarono ad essere usati
soltanto dai grammatici alessandrini• (III-I sec. a. C.). La scrittura da
sinistra a destra, quale usiamo noi, prevalse nell'Attica dalla fine del
Vl[ secolo.
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II.
Altri segni extraalfabetici
4, Oltre alle 24 lettere già incontrate, proprie dell'alfabeto ionico
attico del V secolo a. C., altri segni figuravano negli antichi alfabeti.
greci. Principali, specie per l'interpretazione di certi fenomeni che si
incontreranno nello studio grammaticale, sono il digamma (vau, con
nome semitico) e il jod.
Il digamma (f) deriva il suo nome dal fatto che si presenta come
un doppio r maiuscolo, l'uno sopra l'altro e aveva il suono della no
stra v (fotvoi;, vinum, vino).
Il jod (i), anch'esso perdutosi molto presto, rappresentava il suono
consonantico della i, come in alcune parole latine ed italiane (jam,
jus, iena, ieri).
Altri segni, rimasti per l'indicazione dei numerali (§ 141, a) erano:
il coppa (QL proprio degli alfabeti arcaici, usato davanti a o e !t col
valore di k (passato al latino nel segno q) e rimasto per indicare il numero 90.
wç
il sampi ( ~), il cui nome deriva da crrxv-m ( = av 'TtÌ, come un n;),
perché assomiglia alla lettera n;, rimasto per indicare il numero 900.
lo stigma (e;). deformazione del digamma, per indicare il numero 6.
III. Vocali e dittonghi
5. Anche in greco, come in latino ed in italiano, le vocali (qi(l)
v~ev-rix) sono cinque, ma i segni che le rappresentano sono sette, perché
ai suoni e ed o corrispondono due segni diversi, per la breve e per la
lunga: <X; e, "Y/; L; o, w; u. Le vocali si distinguono per:
QUANTITÀ QUALITÀ TIMBRO
brevi e, o aspre o ix, e, '1), o, (ù chiare e, '1), L
forti
lunghe '1), <.ù --- media a.
dolci o -
ancipiti &, t, u deboli L, lJ scure o, w, lJ
Nota. :Nel dialetto attico ii (originario o dovuto ad allungamento) passa
ad "1) (se è impuro, cioè preceduto da consonante che non sia p); es. 8[xii-+ 8lx7J.
Tale ii. invece. si conserva (alfa puro) se è preceduto da e:, t, p; es. xwpii.
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