Table Of Content:VINCENZO ACCATTATIS
CAPITALISMO
E REPRESSIONE
In appendice, interventi di Franco Misiani,
; Franco Marrone, Pierluigi Onorato,
: Salvatore Senese
FELTRINELLI
ECONOMICA
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POLITICA E GIUSTIZIA
A CURA DI VINCENZO ACCATTATIS
La sezione del Nuovi Testi "Politica e giustizia" porterà l'ana.
lisi sull'Istituzione giudiziaria. Perché "Politica e giustizia"?
Perché la relazione politica-giustizia costituisce il nodo dialet·
tico fondamentale relativo all'istituzione giudiziaria.
l magistrati "non devono fare politica: ma ciò significa che,
in effetti, "non fanno politica" oppure che "devono fare una
certa politica" mentre non possono fare "un'altra politica,•
quella in contrasto con la logica del dominio di classe? l ma.
gistrati devono essere "Indipendenti" rispetto ai vari centri
di potere. Ma lo sono realmente? l magistrati devono essere
"al di sopra delle parti," "al di fuori della mischia." Ma che
significa tutto questo? Significa imparzialità rispetto .alle parti
in causa oppure •separatezza" nel confronti della sovranità
popolare? Ed ancora, il "valore" " imparzialità del giudice,"
certamente rilevante con riferimento alle "singole" parti In
causa, conserva significato con riferimento alle lotte di clas
se? r: possibile una magistratura "Indipendente" rispetto
alle lotte di classe, "Imparziale" fra capitale e lavoro? r: mal
esistita In una società capitalistica?
Volumi pubblicati:
V. ACCATTATIS, Istituzioni e lotte di classe. Dalla crisi dello
stato di diritto al sorgere dello stato assistenziale
G. SCARPARI, La Democrazia cristiana e le leggi eccezionali
1950-1953
C.U. SCHMINCK-GUSTAVUS, La rinascita del Leviatano. Cri
si delle libertà politiche nella Repubblica Federale Tedesca
VINCENZO ACCATTATIS
CAPITALISMO
E REPRESSIONE
In appendice, interventi di Franco Misiani _
Franco Marrone, Pierluigi Onorato
Salvatore Senese
FELTRINELLI
ECONOMICA
Prima edizione: settembre 1977
Copyright by
o
Feltrinelli Economica SpA Milano
In Germania prima portarono via i comu
nisti. Non dissi parola, perché non ero comu
nista. Poi portarono via gli ebrei. Non dissi
parola, perché non ero ebreo. Poi portarono
via gli operai, i sindacalisti. Non dissi paro
la, perché non ero operaio, né iscritto al sin
dacato. Poi portarono via i cattolici. Non dissi
nulla, perché ero protestante. Poi vennero a
prendere me e quando questo avvenne non
c'era piu nessuno che potesse parlare.
MARTIN NIBMOil..ER, pastore antifascista, de
tenuto per molti anni nei campi di concentra
mento nazisti.
Prefazione
Come si è già detto in altro luogo (Introduzione
al saggio di Christoph Schminck-Gustavus, La rina
scita del Leviatano. Crisi delle libertà politiche nella
Repubblica Federale Tedesca, già apparso in questa
stessa collana), se si sottopone ad analisi una singola
legge repressiva (legge Reale, ad esempio), si capisce
qualcosa del senso generale della repressione; se si
pone attenzione su di un insieme di leggi repressive,
il senso generale della repressione cresce; se si porta
l'analisi sulla repressione in piu paesi capitalistici
(ammettiamo Italia, Francia, Repubblica federale te
desca; e poi ancora Brasile, Argentina, ecc.), la com
prensione generale del fenomeno cresce ancora. Sul-'
la Repubblica federale tedesca è stata già fornita una
puntuale analisi con il saggio di Schminck-Gustavqs,
già citato. Nel presente saggio verrà preso in con
siderazione "il caso italiano", ma tenendo costan
temente presente la situazione degli altri paesi. Si
giustifica cosi il titolo di carattere generale: Capi
talismo e repressione. La repressione che si verifica
in Italia, questo il sugo del discorso, è portata da una
logica di fondo che si esprime anche in altri paesi del
l'area capitalistica; è legata alla crisi politico-econo
mico-sociale del capitalismo in questa fase; In fase
di ascesa, la borghesia è portatrice di libertà; in fa.
se regressiva, nega invece le libertà. Per misurare la
distanza fra l'attuale fase regressiva e la fase di
ascesa, nella prima appendice si sono riportati bra-
ni tratti dalle opere di giuristi liberali. Il pensiero
liberale, in fase di ascesa, esprime concetti relativi
alla giustizia, alla funzione del processo, alla libertà
personale, che sono diametralmente opposti a quelli
espressi oggi dalla legislazione, dai " supremi ,. or;.
gani giurisdizionali, ecc.
La seconda appendice porta due intenrenti: quelli
di Franco Misiani e Franco Marrone, di 1Salvatore Se
nese e Pierluigi Onorato al convegno organizzato da
Magistratura Democratica a Milano nei giorni 22-23
novembre del 1975 sul tema dell'ordine pubblico e
della criminalità.
Naturalmente, Ie ra:gicnrl C'lre giustmeatl6" if:Aaggio
(che hanno consigliato a scriverlo) sono evidenti:
la necessità di una lotta senza soste contro la cre
scente repressione; una ripetuta insistenza sull'ele
mentare concetto (molti oggi cercano di farlo dimen
ticare) che l'affermazione delle libertà e la costru
zione di una vera democrazia coincidono - non pos
sono non coincidere - con il superamento del qua
dro capitalistico; sono tutt'uno con la capacità di
una lotta vittoriosa contro l'imperialismo. t:. del tutto
evidente, e dall'an-alisi condotta nel saggio emerge
chiaro, che la centrale repressiva è l'imperialismo
stesso. Imperialismo e repressione sono in effetti ùna
cosa sola. Come potrebbe essere diversamente, se
l'imperialismo è lo sfruttamento della classe operaia,
la soggezione dei popoli, ecc.? Una seria battaglia in
difesa delle libertà può essere condotta solo secondo
una prospettiva socialista, secondo una prospettiva di
effettivo superamento del quadro capitalistico, del
sistema imperialistico. Ma, se questo è vero, e se
non vi è socialismo senza libertà, i cedimenti della
sinistra sul terreno della difesa delle libertà ( emble
matici sono stati gli atteggiamenti del PCI e ancor
piu del PSI a proposito della legge Reale) devono es
sere giudicati con estrema severità. Se una piattà
forma politiea unitaria ha oggi la sinistra (in ~
po nazionale, europeo e mondiale) è proprio la lòtta
intransigente per la costruzione di una effettiva demo--
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crazia, ma la costruzione di una effettiva democrazia
- pare evidente - coincide con una strenua difesa
del sistema delle libertà. Democrazia e repressione
evidentemente non vanno d'accordo. Si dice: la cam
pagna sulla criminalità montante fa presa, l'irrazio
nalismo monta, monta la emotività. Ebbene, occorre
contrastare irrazionalismo ed emotività; occorre, pri
ma di tutto, portare un contributo di analisi e di
ragione, senza mai stancarsi. Cosi come non vanno
d'accordo repressione e democrazia, neanche vanno
d'accordo irrazionalismo e democrazia; se è vero
come è vero che l'irrazionalismo è la base ideolo
gica di ogni fascismo. Se l'irrazionalismo viene accet
tato come un" dato", come ineluttabile conseguenza
viene l'accettazione dell'autoritarismo che all'irra
zionalismo è chiamato a dare "sfogo" e "soddisfa
zione". Il presente saggio, nella misura in cui è un
contributo di analisi, è un contributo di ragione.
Naturalmente, non di ragione distaccata ed obietti
va, non di razionalità contemplante; ma di ragione
come lotta, come polemica. I razionalisti contem
planti sono quelli - lo sappiamo - che accettano
il fatto compiuto.
Inutile dire che scopo non secondario di questo
saggio è anche quello di fornire alcuni dati aggior-·
nati relativi alla repressione in Italia e fuori d'Ita
lia. In particolare, con riferimento all'Italia, sono ben
note le norme della legge Reale, ben noti i danni che
sta provocando nel paese; ma sono certo meno no
te - salvo che agli addetti ai lavori - le gravi pre
se di posizione della Corte costituzionale. La legge
Reale è ancora in vigore, vi sono iniziative volte ad
incrementare la legislazione repressiva {e, quindi, a
dare ulteriore giustificazione alla necessità della per
sistenza della legge Reale), a restringere ulterior
mente gli spazi di libertà {proprio in questi giorni si
parla di legge per la" chiusura dei covi", per il" fer
mo di sicurezza "). La lotta contro la legge Reale deve
quindi continuare, essa fa tutt'uno con la lotta ............. <~.
i nuovi disegni repressivi.