Table Of Contenti
l
i
e
g
I
Assata
Un’autobiografia
cornai)
a cura di Giovanni Senzani
Assata Shakur
Assata
Un’autobiografia
introduzione e cura
di Giovanni Senzani
centro
Intomnzlonale
Questo libro è pubblicato in collaborazione tra la Erre emme edizioni
e Controinformazione intemazionale
intemazionale
Controinformazione internazionale
Redazione: via Tagliapietre 8b - 40123 Bologna
Versamenti su c.c.p. n. 13497409
Pubbl. periodica (aùtorizz. Trib. di Bo. 5697 -1/3/89)
Assata Shakur
Assata: an autobiog-aphy
•
Zed Books, London 1987
traduzione di Lucia Gasperini
© copyright mi 1992, coop. Erre emme edizioni
Redazione: via Flaubert 43 - 00168 Roma
Versamenti su c.c.p. n. 24957003
Pubbl. periodica (aùtorizz. Trib. di Roma 268 -12/5/89)
Stampa: Litografica Due Più - Roma
Prima edizione: dicembre 1992
Copertina: elaborazione grafica dello studio Write-out
ISBN 88-85378-41-2
Assata Shakur [JoAnne Deborah Chesimard] (New York 1947)
INDICE
Introduzione di G. Senzani 7
1. [L’arresto] 39
2. [Bambina Nera] 62
3. [In carcere] 101
4. [La prima foga] 137
5. [In tribunale] 150
6. [Al Greenwich Village] 177
7. [L’attesa] 203
8. [Manhattan] 220
9. [Una nuova vita] 234
10. [Gli anni del Vietnam] 245
11. [Una taglia, due processi] 263
12. [Nazionalista nera] 282
13. [Rivoluzionaria] 315
14. [Una foto] 334
15. [Black Panther] 345
16. [Clandestina] 371
17. [Black Liberation Army] 380
18. [Giustizia amerikana] 384
19. [Donne «pericolose»] 397
20. [Madri e figlie] 403
21. [Un sogno] 406
Poscritto [A Cuba] 413
Postfazione di Lennox Hinds 418
Il manifesto che rivendica l’evasione di Assata Shakur
INTRODUZIONE
di Giovanni Senzani
«Penso che sia disonesto dire che la
gente bianca, che vive in una società
razzista, che ha un’educazione razzi
sta da parte di maestri razzisti e spes
so con parenti razzisti, che legge libri
razzisti, che guarda una televisione
razzista ecc. ecc., non è affetta da raz
zismo. Chiunque vive in una società
razzista è affetto da razzismo. La gen
te bianca deve occuparsi del razzismo
su due piani: a un livello politico e a
un livello personale. E questa è una
battaglia di tutta la vita per chi è se
riamente interessato a lottare contro
il razzismo.
Allo stesso modo in cui la gente Ne
ra, che è affetta da razzismo, deve lot
tare costantemente con i sentimenti
di inferiorità che sono inculcati dalla
società su una base totale, ed è una
lotta continua, battersi contro il razzi
smo nei suoi aspetti istituzionali e in
tutte le sue forme».
Assata, intervista a Crossroad, 1991 1
1. Assata viene liberata dal carcere di massima sicurezza
di Clinton, il 2 novembre 1979, da una donna e quattro uomi
ni armati, che neutralizzano le due guardie addette alla sor
veglianza della sala colloqui, le prendono in ostaggio e si al
lontanano con lei su di un furgone. Le guardie vengono
7
rilasciate poco lontano dal carcere. La caccia, subito scate
nata dalla polizia dello Stato del New Jersey e poi di tutti gli
Stati Uniti, non ottiene alcun risultato. Di Assata non si ha
più traccia per un lungo periodo, fin quando, nelle comunità
nere di tutto il paese, non si potrà ascoltare il suo primo mes
saggio registrato dalla libertà e non appariranno i manifesti
con la scritta «Benvenuta tra noi».
Il Black Liberation Army [Bla, Esercito di liberazione ne
ro] rivendica, pochi giorni dopo, la liberazione ad opera di
unità di compagni del movimento di liberazione nero e di re
sistenza antimperialistica.
«L’esistenza di prigionieri politici Neri è il prodotto della repres
sione brutale contro il popolo Nero, contro i suoi diritti come
uomini e come nazione... Liberando la compagna Assata Shakur,
noi abbiamo mostrato che non ha alcun senso parlare della
colpevolezza o dell’innocenza di un combattente Nero per la
libertà, nel momento in cui qui si discute della storia di un popolo
in lotta contro il dominio degli Usa. Sostenere la lotta per i diritti
del popolo Nero. Liberare tutti i prigionieri del Black Liberation
Army. Avere il coraggio di combattere, avere il coraggio di vincere»
(Bla, 1979).
Solo anni più tardi - dopo un periodo di clandestinità da
cui Assata ha continuato a lanciare appelli «al suo popolo»,
«alle sorelle Nere»1 - essa ricompare pubblicamente a Cuba,
dove le è stato garantito asilo politico. Da Cuba continua la
lotta con il suo popolo e interviene attivamente nel dibattito
rivoluzionario.
Questi pochi dati, che per evidente opportunità politica
non appaiono nell’Autobiografia - come ogni particolare le-1
1 «Sorelle, il popolo Nero non sarà mai libero se le donne non
partecipano ad ogni aspetto della nostra lolla, ad ogni livello della nostra
lotta... Sorelle, noi abbiamo una lunga c gloriosa storia di lotta su questo
pianeta... Le donne Africane erano combattenti forti c coraggiose molto
prima di arrivare in catene in questo paese. E qui, in amerikkka, le nostre
sorelle sono sempre state in prima linea» («Un messaggio alle mie sorelle,
1980»),
8
gaio all’attività clandestina prima dell’arresto, nel 1973, e do
po la liberazione, nel 1979 - servono a collocarci meglio la fi
gura di questa rivoluzionaria nera, considerala per anni
«l’anima del Bla» e tuttora compresa nella lista dei dieci più
ricercati, i «Ten most wanted» dal Fbi.
L’amministrazione Usa, infatti, la rivorrebbe indietro e lo
ripete in continuazione, ancor oggi, a più di tredici anni dalla
«fuga» e quando ormai la sua identità di combattente per la
libertà è riconosciuta internazionalmente. Per il capo della
polizia dello Stato del New Jersey, Assata
«è un’ape regina. Un simbolo per chi ha preso quella strada
radicale. Per noi è una rapinatncc di banche c un’assassina. Q’
questo tutto ciò che è, semplicemente questo... Noi faremo tutto
ciò che potremo, seguiremo ogni possibile traccia per portarla via
dalle spiagge di Cuba c riportarla dentro a un carcere del New
Jersey»2 3.
Nel frattempo, per tutti gli anni ’80, le autorità statuniten
si hanno arrestato e perseguitato qualunque militante, nero o
bianco, che in qualche modo potesse essere accusato di un
coinvolgimento o di un collegamento, anche alla lontana, con
l’attività politica di Assata, con la sua liberazione dal carcere,
con la sua appartenenza al Bla.
Per il movimento rivoluzionario nero, Assata rimane una
figura esemplare, perché la sua storia personale e politica si
dipana lungo il filo della lotta di liberazione nera.
«La stona di Assata c la mia storia, è la storia dei neri africani
oppressi qui, in Nordamcrica, che combattono per spezzare le
catene del fascismo Usa. La storia di Assata è continua, perché
l’oppressione è continua»2.
Un processo di identificazione, d’altra parte, che non è
un rapporto ideologico, ma diretto e immediato con la vita di
tutti i neri che lottano nel venire della bestia yankee:
2 The Sunday Star-Ledger, 28 ott. 1989.
3 Lettera di un prigioniero del Bla, 1992.
9
«Sono una rivoluzionaria Nera e, in quanto tale, sono una vittima
di tutta ta rabbia, l’odio e l’infamia di cui c capace l’amcrika. Come
con tutti pi altri rivoluzionari Neri, l’amcrika sta tentando di
linciarmi» .
C’è quindi un rapporto di continuità con le figure princi
pali della lotta nera, con cui la polizia Usa ha chiuso i conti
militarmente il prima possibile - da Malcolm X a Martin Lu
ther King, da George Jackson alle quaranta Pantere nere uc
cise, fino al militante nero Mumja Abu Jamal, da anni in at
tesa nel braccio della morte. La differenza sta nel fatto che
Assata è una donna rivoluzionaria nera, e che è riuscita a sot
trarsi all’assedio e alla caccia del Fbi e soci, trasformando la
sua stessa storia in un’arma di lotta e propaganda contro
l’impero Usa.
L’Autobiografia di Assata rimanda prepotèntemente a
quella più celebre di Malcolm X, pur nella diversità delle
epoche, del contesto sociopolitico e dell’importanza attribui
ta al fattore religioso. Venti anni dopo Malcolm, Assata rac
conta l’esperienza di una vita nella comunità nera e il proces
so di presa di coscienza politica, che sono poi gli stessi di
ogni nero che abbia cercato di riconquistare la propria iden
tità di classe e di razza.
E’ un libro contro il mito del «buon nero», che si integra
nella società e ascende la scala sociale, ed è un libro che met
te a nudo le mistificazioni che la borghesia pone in essere per
confondere la realtà del razzismo e dell’oppressione di classe
all’interno degli Usa. Si pensi al tentativo più recente di fago
citare e mercificare una figura come quella di Malcolm X - la
più indigesta e la più critica nei confronti della cultura razzi
sta bianca - attraverso un’operazione massmediale in cui la4
4 A. Shakur, «To my People», 4 luglio 1973 [«Primo messaggio al mio
popolo»: il testo integrale è riportato dalla stessa Assata. Si veda avanti il
cap. hi (n.d.r.)].
10