Table Of ContentAffetti profondi
Bambini, genitori,
fratelli, amici
JudyDunn
. A. Bemardi
J'V)
Don
Studi e Rirerche
ì ranco Costa
INDICE
Prefazione p. 7
I. Differenze individuali nelle relazioni inter
personali 9
1. Relazioni interpersonali e sviluppo 10
2. Descrivere le relazioni interpersonali 13
3. Relazioni interpersonali e comprensione sociale 19
II. Genitori e bambini 25
1. La ricerca sulle cure genitoriali 25
2. Sicurezza dell'attaccamento 27
3. Dimensioni della differenza 31
4. Cambiamento evolutivo e differenze indivi-
duali nelle relazioni tra genitori e bambini 39
5. La Situazione dell'estraneo e le relazioni inter-
personali 44
6. Differenze individuali tra bambini 48
7. Differenze individuali nell'attaccamento 49
8. Differenze in altre dimensioni della relazione
genitori-bambini 53
III. Relazioni tra fratelli 59
1. Dimensioni della differenza 60
2. Cambiamenti evolutivi 71
3. Differenze individuali 74
IV. Amicizie infantili 77
1. Dimensioni della differenza 81
2. Cambiamenti evolutivi 91
5
3. Differenze individuali nel bambini e qualità
dell'amicizia p. 92
V. Collegamenti tra le relazioni nella famiglia 97
1. Relazioni di coppia e relazioni genitore-bambino 99
2. Continuità tra le generazioni 103
3. Relazioni genitore-bambino e genitore-fratello 106
4. Relazioni genitore-bambino e bambino-fratello 111
VI. Le relazioni familiari e l'amicizia 119
1. Relazioni genitore-bambino e bambino-amico 119
2. Relazioni tra fratelli e relazione amicale 126
3. Processi di collegamento tra le relazioni inter-
personali 133
VII. Relazioni in atto 141
1. Le relazioni infantili sono a più dimensioni 141
2. Le relazioni infantili cambiano con lo sviluppo 142
3. Entrambi i partner di una relazione ne deter-
minano la qualità 142
4. I legami tra le relazioni non sono semplici o
globali 143
5. La comprensione sociale è qualcosa di più di
una caratteristica interna del bambino 144
6. Le previsioni basate sulla qualità delle relazioni
devono essere più precise 145
7. Conclusioni 146
Riferimenti bibliografici 151
6
PREFAZIONE
L'idea di scrivere questo libro è venuta dall'esperienza
di osservazione e ascolto di bambini piccoli nel contesto di
tre relazioni affettive - con la madre, con un fratello e con
l'amico preferito - e dai colloqui con questi bambini a pro
posito di tali :el~z~oni. ~a. complessità di ciascuna di e~se e
le differenze md1v1duah nscontrate erano sorprendenti. La
ricerca nel campo delle interazioni tra i bambini e le loro
madri, i fratelli e gli amici rivela non soltanto differenze
nella sicurezza del legame di attaccamento con la madre, ma
anche una serie di altre dimensioni. Ciò, a mio avviso, pone
importanti interrogativi sulle differenze individuali nelle re
lazioni affettive e sulla loro origine.
Si ritiene comunemente che la natura della relazione ge
nitore-bambino (e più precisamente, madre-bambino) in
fluenzi le future relazioni; la sicurezza dell1attaccamento
viene identificata come la dimensione chiave di tale rela
zione, per altro significativa nel suo complesso. Eppure la
diversità, la complessità e la varietà delle relazioni da noi
analizzate come pure le differenze tra i bambini sono tali da
meritare attenzione. La natura dei legami tra la relazione
madre-bambino e le assai diverse relazioni che i bambini
sviluppano con altri bambini richiedono sicuramente un
esame attento.
Questo libro si propone di far luce sulle differenze nelle
relazioni interpersonali e sui collegamenti tra queste. Ogni
relazione verrà dapprima descritta nei termini delle dimen
s~o?i che, da un punto di vista teorico, si può supporre eser
c1tmo qualche influenza sullo sviluppo. Successivamente,
ve~rà considerato il concetto chiave dei legami tra relazioni
~e1 ~ambini con le madri, con i fratelli e con gli amici. Farò
rifenme:1to a numerosi studi attuali, in particolare terrò
conto d1 tre progetti di ricerca: il Pennsylvania Sibling Study
7
[Dunn et al. 1991], il Cambridge Sibling Study [Dunn,
Brown e Beardsall 1991; Dunn e Munn 1987] e il Colorado
Sibling Study [Stocker, Dunn e Plomin 1989]. In ogni pro
getto i bambini sono stati studiati per diversi anni a partire
dal periodo prescolare, seguendone la crescita con le loro
madri, con i fratelli e con gli amici. Sono estremamente
grata a Michael Rutter e a Robert Hinde per le critiche
costruttive.
8
CAPITOLO PRIMO
DIFFERENZE INDIVIDUALI
NELLE RELAZIONI INTERPERSONALI
I bambini hanno relazioni molto diverse con i loro geni
tori: anche all'interno della stessa famiglia i fratelli possono
avere relazioni sorprendentemente differenti con la madre e
con il padre, così come tra fratelli vi sono differenze mar
cate, che vanno dalla più stretta intimità all'indifferenza,
dall'amore all'ostilità o alla denigrazione.
Spiccate e profonde differenze caratterizzano altresì la
quantità e la qualit~ dei rapporti di am_icizia di ~ui god~no ~
bambini. Un bambmo puo far parte di un ampia cerchia di
amici, un altro ha un unico e caro amico, un altro ancora è
senza amici. Cosa sappiamo dell'origine di queste differenze
nelle relazioni affettive? Si tratta di differenze collegate tra
loro? Una relazione disturbata genitore-bambino comporta
per quest'ultimo una difficoltà a farsi degli amici più tardi
nella vita?
Un concetto centrale delle principali teorie dello svi
luppo psicologico [ad esempio, Erikson 1950; Freud 1938]
è che le differenze nelle relazioni dei bambini con i loro ge
nitori siano fondamentali ai fini dello sviluppo. E ancora
oggi è ampiamente condivisa l'idea che la qualità della rela
zione del bambino o della bambina con la madre influenzi
profondamente la qualità delle relazioni successive. Un
ruolo cruciale viene attribuito da molti clinici e psicologi
dello sviluppo al rapporto genitori-figli per la costruzione
delle relazioni affettive future. Tuttavia, recentemente, l'in
te~esse per le relazioni affettive dei bambini piccoli si è am
pliato, mentre prima era centrato esclusivamente sul legame
tra genitori e figli. Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un
proliferare di ricerche empiriche riguardanti le relazioni in
terpersonali dei bambini, non soltanto con i loro genitori
ma ~c~e con i fratelli, con gli amici, con il gruppo dei coe
tanei, e 1 collegamenti tra e all'interno di queste. Questo li-
9
bro tratta della natura, dello sviluppo e delle implicazioni
delle differenze individuali in tutte queste relazioni agli inizi
della fanciullezza e dei collegamenti inter-relazionali. L'im
portanza attribuita alle differenze individuali nelle relazioni
interpersonali è particolarmente significativa oggi, dato che
gli psicologi evolutivi riconoscono il giusto ruolo delle rela
zioni interpersonali nello sviluppo.
l. Relazioni interpersonali e sviluppo
Già da tempo si riconosce l'importanza delle prime rela
zioni affettive nello sviluppo sociale ed emotivo del bam
bino [Bowlby 1982; Freud 1938]. Le prime relazioni inter
personali sono state interpretate come i contesti nei quali
prende forma la socializzazione [Hartup 1986; Maccoby e
Martin 1983], vengono acquisite le competenze comunica
tive, si sviluppa la regolazione delle emozioni [Garber e
Dodge 1991] e ha origine il sistema del Sé [Berscheid 1986;
Harter 1983; Sullivan 1953]. Una relazione sicura tra la ma
dre e il suo bambino viene interpretata non soltanto come
una base per sviluppare il senso delle proprie capacità e per
acquisire le abilità sociali, ma viene intesa anche come un
elemento chiave nello sviluppo delle successive relazioni af
fettive [Bretherton e Warters 1985; Mahler, Pine e Bergman
1975; Sroufe e Fleeson 1986].
Di recente gli studiosi hanno rivolto sempre più spesso
la loro attenzione ai collegamenti tra relazioni sociali e svi
luppo cognitivo. In passato lo sviluppo cognitivo veniva per
lo più descritto come l'azione di un individuo che esplora
attivamente e in maniera autonoma il proprio ambiente.
Oggi invece è largamente condivisa l'idea che le interazioni
sociali e le relazioni entro cui i bambini crescono siano es
senziali ai fini dello sviluppo cognitivo, sia per i progressi
cognitivi di base che per le influenze esercitate sulle presta
zioni cognitive.
L'interesse degli studiosi per i rapporti tra progresso co
gnitivo e interazione sociale si evidenzia in ambiti e approcci
teorici molto diversi. Ad esempio, coloro che studiano lo svi-
10
cognitivo nella prima infanzia sostengono che gli
1u ppo 1· . . 1· . I
bi sociali ai qua i i picco i partecipano svo gono un
sclo significativo nella crescita della loro capacità di com
n:~ndere [Bryant 198~]. I bam?ini _han1:o una pre1ispo_si
P. ne innata ad interagire con gli altn e gli «strumenti» pnn-
z10 . . . .
cipali di cui d~spongo?-o per raggmngere} pr~pn scopi,sono
gli altri essen umam [Brun~r 1983 ]_. E evidente, d altro
canto che l'acquisizione del lmguaggio - con tutto quello
che ~plica ai fini dello sviluppo della capacità di compren
dere e dell'appartenenza a un universo culturale - avviene
in un contesto di relazioni sociali, e che le stesse differenze
individuali nell'acquisizione del linguaggio sono influenzate
dalle prime esperienze sociali. In un diverso quadro teorico
hanno trovato rinnovato interesse e supporto empirico [Ro
goff 1990] le idee di Vygotskij [1978] - che riteneva il pro
gresso cognitivo strettamente ancorato al contesto dell'inte
razione sociale. E una promettente linea di ricerca esplora
attualmente i modi attraverso cui il fare esperienza dei di
versi punti di vista di un'altra persona può influenzare lo
sviluppo cognitivo [Damon A. e Phelps 1989]. In questi
studi sui rapporti tra sviluppo cognitivo e interazione so
ciale è stato posto l'accento sulle «norme» di sviluppo ma,
ovviamente, le ipotesi e i dati empirici sollevano importanti
questioni sugli effetti esercitati da alcune specifiche espe
rienze sociali nello sviluppo cognitivo infantile.
In generale, è chiaro che la percezione e il significato che
ciascuno attribuisce alle proprie esperienze sono profonda
mente influenzati dal contesto culturale nel quale si cresce e
che alcuni effetti culturali si trasmettono proprio attraverso
le differenze nelle relazioni interpersonali [Hinde 1987].
Sempre più chiaramente ci rendiamo conto di quanto «un
a~proccio relazionale» sia cruciale per molti ambiti delle
s~1e~ze sociali, tra i quali la comprensione di come gli indi
vtdm esercitino una influenza sulla società in cui vivono e
siano a loro volta influenzati da essa [ibidem, VII]. Hinde
[1979; 1987] ha sostenuto che dobbiamo riconoscere i le
gan:1i tra la qualità delle relazioni interpersonali e il contesto
dill~e esteso, da un lato, e le differenze tra gli individui,
tro. Questa tesi ha ottenuto un crescente consenso.
11
Società
Gruppo
I
Relazione
I
Struttura
Ambiente Interazione
+----+
I socioculturale
ComportrunTo individuale
Fattori fisiologici
FrG. 1. La relazione tra i livelli successivi di complessità sociale.
Fonte: Hinde (1992].
Hinde mette in evidenza come sia necessario tenere conto
della distinzione tra diversi livelli di complessità sociale; dal
comportamento individuale alle interazioni, alle relazioni, ai
gruppi e infine alle strutture socioculturali. Dobbiamo al
tresì considerare i rapporti tra tutti questi diversi livelli dei
processi sociali e i legami tra loro, così come sono mostrati
dalla figura 1. Innanzitutto bisogna essere consapevoli del
fatto che le relazioni sociali sono sempre collegate tra loro
in modo bidirezionale, le une influenzano le altre e vice
versa: anche le norme familiari non sono soltanto imposte
dall'alto, ma vengono create attraverso le interazioni e le re
lazioni interpersonali tra i componenti dei gruppi familiari.
L'importanza dei nostri sforzi al fine di descrivere e com
prendere tali collegamenti sta guadagnando un generale ri
conoscimento.
12
Rileviamo ancora un n~ovo, inte~esse rivolto alle di:7er_se
· · vissute dai fratelli nell ambito della stessa fam1gha,
rei azion1 · d 1 d'ff · '
anche in una prospettiva te<;,nca. e tutto , 1 ere~te, e c10e
uella dei genetisti che studiano il ru_o!o e 1e volu~10ne delle
dift
renze individuali nella personahta e nella ps1copatolo-
. e La ricerca sulla genetica comportamentale ha dimo
~:;to
che gli effetti amb_ientali cri~~ci, che influenzan? ~o
sviluppo individuale, .a g_1scono all u~terno delle , fa1?1gh_e
piuttosto che al di fu~n d1 esse. Pe~ spiegar~ perc~e gh md1-
vidui si sviluppano diversamente 1 uno dall altro e necessa
rio prima di og1:i al,~ra cosa comprendere p~r~hé i fra_telli
sono così diversi a11 mterno della stessa fam1gha. Le d1ff e
renti relazioni interpersonali rappresentano evidentemente
una fonte importante di tale esperienza «non condivisa». Vi
è oggi un maggiore interesse a documentare come alcune
differenze nelle relazioni interpersonali siano correlate agli
esiti individuali [Dunn e Plomin 1990].
Dunque si è resa evidente l'importanza di una compren
sione approfondita della natura e dello sviluppo delle diffe
renze nelle relazioni interpersonali allo scopo di delineare
un quadro di tutti gli aspetti evolutivi, a partire dalla que
stione di quando e perché i bambini progrediscono dal
punto di vista cognitivo fino a considerare l'effetto delle isti
tuzioni culturali sullo sviluppo individuale. Per compren
dere il significato di tali differenze abbiamo bisogno di de
scrivere adeguatamente le dimensioni chiave in rapporto
alle quali le relazioni interpersonali si diversificano. Come
possiamo cominciare a descrivere tali differenze?
2. Descrivere le relazioni interpersonali
--,
C~n~ro_ntiamo le relazioni con le rispettive madri di tre
hamb1m d1 4 anni, Amy, Tina e Nat, i quali hanno parteci
pato ad uno studio sulle famiglie in Pennsylvania [Dunn et
al. 1991]. I genitori di Amy sono contadini che lavorano du
~ente e abitano in una vecchia casa di campagna: la ma
·. ~ trascorre molto tempo nella stalla vicino casa e ad Amy
e fratello più grande vengono spesso affidati i due fratel-
13