La relazione uomo-animale. Aspetti psicologici

30 Pages·2017·1.94 MB·Italian

by  Alessandra Farneti

La relazione uomo-animale. Aspetti psicologici
Alessandra Farneti
Libera Università di Bolzano
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1. Un rapporto contradditorio e difficile
2. La relazione con gli animali nel corso dello sviluppo.
3. Nell’infanzia: a) le fiabe e i fumetti b) gli animali di peluche c) gli
animali domestici d) gli animali nella rappresentazione dei
bambini e) la pet therapy
4. Nell’età adulta
5. Nella terza età
Un rapporto contradditorio e difficile
Il rapporto uomo - animale è stato studiato sotto molti aspetti e da
moltissimi autori ma ancora oggi restano molte domande e molte
contraddizioni:
vi sono gli animali da compagnia, gli animali selvatici, gli animali da
allevamento e la maggior parte degli uomini non si fanno problemi a
mangiare animali allevati nei modi più crudeli e uccisi in modo
altrettanto crudele
Per Gandhi
«La civiltà di un popolo si misura nel modo in cui tratta i suoi animali»

Nel 1978 fu proclamata presso la sede dell’Unesco a Parigi la
Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale.
Dopo questo documento, redatto dalla Lega Internazionale dei Diritti
dell’Animale gli animali dovrebbero essere considerati non più come
oggetti per soddisfare interessi economici, bensì come soggetti aventi
diritti (Cagno, 2009)
La relazione con gli animali nel corso dello
sviluppo
A. Nell’infanzia
I bambini sono istintivamente attratti dagli animali, anche se non
sempre il loro comportamento nei loro confronti è amichevole ed è
perciò altrettanto ambiguo di quello manifestato dagli adulti. Non è
difficile vedere bambini che uccidono insetti o lucertole o che
tormentano gli animali domestici.
Vi sono studi, d’altra parte, che hanno dimostrato come già nei primi
mesi di vita i piccoli preferiscano guardare un animale vivo piuttosto
che uno di peluche, anche se quest’ultimo si muove meccanicamente
ed è perfettamente identico a quello vero.
Già Freud aveva sottolineato questo aspetto della relazione bambino-
animale.
“L’uomo nel corso della sua evoluzione civile, si eresse a signore delle altre creature del mondo
animale. Non contento di tale predominio, cominciò a porre un abisso fra il loro e il proprio essere.
Disconobbe a loro la ragione e si attribuì un’anima immortale, appellandosi a un’alta origine
divina che gli consentiva di spezzare i suoi legami col mondo animale. E’ curioso come questa
presunzione sia estranea tanto al bambino quanto al selvaggio e all’uomo delle origini. Essa è il
risultato di un ulteriore sviluppo delle pretese umane. Il primitivo, nello stadio del totemismo, non
trovava difficoltà a far derivare la propria stirpe da un progenitore appartenente al mondo
animale. Il mito, in cui si trovano i residui di questa antica forma di pensiero, fa assumere agli dei
aspetti animali, e l’arte delle origini rappresenta gli dei con teste di bestie. Il bambino non coglie
alcuna differenza fra l’essere proprio e quello degli animali, e non si meraviglia che nelle favole le
bestie pensino e parlino; sposta un affetto d’angoscia che si riferisce al padre umano su un cane o
su un cavallo, e ciò senza il proposito di denigrare il padre. Soltanto quando sarà cresciuto si
sentirà così estraniato dagli animali da poter usare i loro nomi per ingiuriare gli uomini.” (Freud,
Una difficoltà per la psicoanalisi. Opere Vol VIII)
Fiabe e Fumetti
I personaggi di storie e fiabe sono
molto spesso animali umanizzati e i
bambini non si pongono problemi ad
accettare un gatto con gli stivali o una
banda di musicanti costituita da
animali, un topo, un papero o un
cavallo che vestono con pantaloni e
camicia, guidano la macchina, parlano
e si comportano come gli uomini
manifestando caratteristiche
tipicamente umane.
Il successo dei personaggi Disney è
una dimostrazione di come sia
semplice per i più piccoli (ma non
solo!) identificarsi con animali
umanizzati e appassionarsi alle loro
storie.
Anticamente si usavano gli animali per descrivere metaforicamente
caratteri e atteggiamenti umani: basti pensare alle favole di Esopo e
di Fedro.
Anche nei test per bambini spesso si usano animali
(come per esempio nel famoso test di “piedino nero”
che è un maialino) per facilitare l’identificazione e la
proiezione. L’animale, infatti, permette di prendere
una certa distanza dal problema che fa soffrire e di
attribuire più facilmente a lui sentimenti e
comportamenti che sarebbe più difficile attribuire a
personaggi umani.