Table Of ContentFilosofia e saperi - 8
Collana dell’Istituto per la storia del pensiero fi losofi co e
scientifi co moderno del Consiglio Nazionale delle Ricerche
Diretta da
Silvia Caianiello, Maria Conforti e Manuela Sanna
Comitato scientifi co
Emilia D’Antuono
Università degli studi di Napoli “Federico II”
Girolamo Imbruglia
Università degli studi di Napoli “L’Orientale”
Alessandro Minelli
Università degli studi di Padova
Olivier Remaud
École des Hautes Études en Sciences Sociales, Paris, France
Responsabile editoriale
David Armando
Redazione
Alessia Scognamiglio
www.ispf.cnr.it
Volume pubblicato nell’ambito del Progetto di Ricerca scientifi ca di rilevante
Interesse Nazionale (PRIN) - anni 2010/2011 - prot. 2010 RXPK8N_004
(unità di ricerca unict)
Fuori di sé
L’empatia nell’orizzonte umano e oltre
a cura di
Silvia Caianiello
Contributi di
Giuseppe Bentivegna
Silvia Caianiello
Anna Donise
Graziano Fiorito
Leonardo Fogassi
Gloria Galloni
Ugo Leone
Alessandro Minelli
Carmela Morabito
Emanuele Serrelli
Luisa Simonutti
Indice
7 Prefazione
Giuseppe Bentivegna
9 Introduzione. Empatia e relazionalità:
dalla comunicazione dei corpi all’orizzonte del nonumano
Silvia Caianiello
35 Dalla tolleranza all’empatia. Alla ricerca di un paradigma
cognitivo
Luisa Simonutti
53 Il lato oscuro dell’empatia. Max Scheler fenomenologo del
sentire
Anna Donise
73 Noi e gli altri: confini evolutivi e confini culturali
Alessandro Minelli
81 Il sapere motorio e le basi neurobiologiche dell’empatia
Leonardo Fogassi
103 Empaticamente estesi. Neuroscienze cognitive e nuove
filosofie della mente
Gloria Galloni - Carmela Morabito
139 Plasticità e diversità: il caso del polpo. Un breve excursus
attraverso le “menti flessibili” dei cefalopodi, animali
invertebrati
Graziano Fiorito
147 La Terra è un organismo? Gaia come espediente persuasivo e
come generatore di ipotesi scientifiche
Emanuele Serrelli
169 Tu di che ambiente sei? Biodiversità naturale e biodiversità
culturale
Ugo Leone
181 Abstracts
187 Indice dei nomi
Prefazione
Giuseppe Bentivegna
Il primo nucleo dei testi che compongono questo volume risale al convegno
“Biodiversità ed estensione dell’empatia”, organizzato dalla collega Silvia
Caianiello presso la sede dell’Istituto per la storia del pensiero filosofico e
scientifico (ISPF) del Consiglio Nazionale delle Ricerche, nel quadro del
ciclo di eventi “Osservatorio sui saperi umanistici” di questo Istituto, il 4
febbraio 2015, all’interno delle attività dell’unità dell’Università di Catania,
da me coordinata, del Progetto di Ricerca d’Interesse Nazionale 2010/2011
“La riflessione morale di fronte al mind/body problem” coordinato da Fran-
co Biasutti. “L’agire morale tra natura e cultura. Lineamenti storici e ri-
flessioni teoriche” è il tema che in questi anni la sezione da me coordinata
ha sviluppato in diverse direzioni storiografiche e teoriche. Del mind/body
problem nell’età classica e medievale ci siamo occupati nel gruppo di ricerca
catanese in due convegni, i cui atti sono in corso di stampa, e in quella mo-
derna e contemporanea in alcuni incontri seminariali di aggiornamento pro-
blematico e metodologico; le cui relazioni sono anch’esse in corso di stampa.
Le indagini, apparentemente, forse, laterali, del convegno organizzato dai
colleghi napoletani coinvolti nel progetto sui temi dell’empatia e del magne-
tismo animale, arricchiscono di non poco i risultati scientifici raggiunti dal
gruppo di ricerca.
Il tema dell’empatia è stato indagato non solo dal punto di vista della sua
“natura” scientifica ma anche, e con esiti inaspettati, da quello della sua
valenza etico-morale. I risultati del lavoro iniziato con il convegno, che il
Lettore potrà adesso leggere in forma cartacea ma presto anche on line, mi
sembrano di rilievo e innovano con originalità questo ambito di studi, pur-
troppo, poco frequentato dagli studiosi italiani.
La naturalizzazione dell’etica, le sue implicazioni e le sue valenze, emer-
gono con chiarezza e pongono le basi per una discussione proficua, che,
certamente, non mancherà.
Ringrazio gli organizzatori del convegno che ha inaugurato il percorso ver-
so questo libro, e in special modo mi auguro che esso sia stato un momen-
to di inizio di una collaborazione scientifica più proficua e duratura tra il
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Giuseppe Bentivegna
gruppo di ricerca dell’Università di Catania, lo ISPF del CNR di Napoli,
gli illustri studiosi e colleghi che hanno partecipato al convegno con le loro
relazioni e la loro presenza, e quelli che hanno contribuito ad arricchire il
presente volume.
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Introduzione. Empatia e relazionalità:
dalla comunicazione dei corpi
all’orizzonte del nonumano
Silvia Caianiello
1. Empatia ed “ottimismo razionale”
L’apertura, il 4 settembre 2015 a Londra, del Museo dell’Empatia1 rappre-
senta il culmine dell’onda crescente di popolarità di questo tema. La mostra
che ne inaugura le attività, “camminando nelle tue scarpe”, invita i partecipan-
ti a un processo di immedesimazione innescato da un oggetto fisico – le scarpe
altrui – attraverso il quale viene sollecitata una comunicazione “corporea” per
attingere al punto di vista dell’altro.
Questa vicenda, tra altre, mostra come la comunicazione tra scienza e so-
cietà, ricerca e cultura popolare, abbia raggiunto il ritmo del tempo reale. Non
ci sarebbe da stupirsi se a breve lo Empathy Museum progettasse qualche
installazione (magari a forma di gabbia o tana) volta a farci immedesimare
nelle emozioni di un topo, assimilando così anche la rivoluzione più recente
delle neuroscienze affettive e sociali, che ha consentito di ampliare l’orizzonte
comparativo dei processi empatici a specie mammifere da noi più distanti2.
Ma la capacità empatica umana è stata chiamata in causa come leva per uno
spostamento di prospettiva ben più ambizioso nel discorso pubblico sulla na-
tura umana. Uno spostamento tanto più rilevante in quanto attiene in qualche
modo a un’evoluzione interna alle scienze stesse, ai modi della naturalizzazio-
ne dell’uomo promossi da campi e metodi scientifici che dominano di volta
in volta la scena nel complesso rapporto di “co-produzione” che lega scienza
e società3.
Per comprendere questo spostamento vale la pena di ricordare che, nel corso
1 http://empathymuseum.com.
2 Cfr. J.B. Panksepp e G.P. Lahvis, Rodent empathy and affective neuroscience, in «Neuroscience
& Biobehavioral Reviews», 35(9), 2011, pp. 1864-1875; J. Panksepp e J.B. Panksepp, Toward
a cross-species understanding of empathy, in «Trends in Neuroscience», 36(8), 2013, pp. 486-496.
3 Cfr. States of knowledge: The co-production of science and the social order, a cura di S. Jasanoff,
Routledge, London 2004.
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Silvia Caianiello
degli anni ’60, furono gli scienziati a lanciare i primi allarmi sulla catastrofe
ecologica e sull’insostenibilità del modo di sviluppo delle società occidentali.
Nel 1968 cominciarono i lavori del Club di Roma, da cui scaturì il rapporto
sui Limiti dello sviluppo del 1972; già nello stesso 1968, Paul Ehrlich lanciava
l’allarme sulla bomba popolazionale ed ecologica4. Previsioni funeste che in-
nescarono la percezione collettiva di un pericolo incombente, di una precarietà
della posizione dell’uomo. Nella stessa temperie, si diffondeva su scala globale
il movimento di liberazione animale ispirato dal manifesto di Peter Singer,
quasi a saldare nello sguardo collettivo la percezione di questa precarietà alla
hybris umana, al suo assoggettamento della natura e degli altri esseri viventi5.
A meno di mezzo secolo di distanza, si assiste ad un fenomeno nuovo; pur
senza mai abbassare – per fortuna – la soglia di un vigile allarmismo sul futuro
del pianeta, sembrano affacciarsi, tra le file degli scienziati e di alcuni tra i
più autorevoli popolarizzatori scientifici, imprevisti segnali di ottimismo sul
destino dell’umanità.
Lo psicologo evoluzionista Steven Pinker proclama il declino della violenza e
la probabile vittoria “dei migliori angeli” della nostra natura sui suoi demoni.
Il carismatico Jeremy Rifkin annuncia l’avvento di una società empatica, il
primatologo Frans de Waal quello di un’era dell’empatia, e un prestigioso e
nutrito drappello sembra convergere verso quello che una star del giornalismo
scientifico internazionale, Matt Ridley, ha definito “ottimismo razionale”: un
ottimismo in questo caso basato su dati quantitativi e raffinate analisi statisti-
che, comparazioni tra storia recente e storia profonda, modi di vita e evolu-
zioni delle forme del sociale, che alimentano la rappresentazione che oggi l’u-
manità viva, se non nel migliore dei mondi possibili, sicuramente nel migliore
sinora esistito6. Ciò che accomuna queste letture, pur nella loro diversità, è il
4 I limiti dello sviluppo. Rapporto del System Dynamics Group Massachusetts Institute of Techno-
logy (MIT) per il progetto del Club di Roma sui dilemmi dell’umanità, a cura di D.H. Meadows et
al., pref. di A. Peccei, Mondadori, Milano 1972; P.R. Ehrlich, The population bomb, Ballantine
Books, New York 1968.
5 P. Singer, Animal Liberation. A new ethics for our treatment of animals, New York Review/
Random House, New York 1975.
6 Cfr. S. Pinker, The better angels of our nature: The decline of violence in history and its causes,
Viking, New York 2011; tr. it. Il declino della violenza. Perché quella che stiamo vivendo è probabil-
mente l’epoca più pacifica della storia, Mondadori, Milano 2013; F.B.M. de Waal, The age of empa-
thy: Nature’s lessons for a kinder society, Harmony Books, New York 2009; tr. it. L’età dell’empatia,
Garzanti, Milano 2011; J. Rifkin, The empathic civilization, Jeremy P. Tarcher/Penguin, New
York 2009; tr. it. La civiltà dell’empatia, Mondadori, Milano 2010; M. Ridley, The rational opti-
mist, Harper, New York 2010; tr. it. Un ottimista razionale, Codice, Torino 2013.
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